Travestimenti, non solo a Carnevale!

Questo articolo ti spiegherà l’importanza dei travestimenti e del motivo per cui i bambini amano il Carnevale.

Manca poco all’arrivo di una delle feste più amate dai bambini: il Carnevale! Ma perché questa festa ha così tanto successo?

Le frittelle, le stelle filanti e i coriandoli sono sicuramente attraenti, ma ciò che rende emozionante questa ricorrenza è la possibilità di passare molto tempo travestiti e quindi “fingendosi” un personaggio amato. I bambini, soprattutto in età prescolare, vivono infatti con grande trasporto il gioco di finzione (o simbolico).

Travestimenti, carnevale e il gioco simbolico

Questa modalità di gioco, secondo le teorie di Piaget, fa la sua comparsa intorno ai 18 mesi di vita, quando la maturazione di determinate capacità cognitive permette al bambino di sviluppare il pensiero simbolico (il bambino inizia ad avere una rappresentazione mentale degli oggetti anche se non sono presenti o delle azioni anche se non sono state ancora compiute).

Egli inizia ad essere in grado di imitare ciò che qualcuno ha fatto ore prima e di giocare “facendo finta” che gli oggetti siano diversi da ciò che sono in realtà (un bastone può diventare una scopa, una scatola una pentola ecc.).

Il gioco simbolico si evolve e amplifica con la crescita e assume dei significati emotivi e sociali profondi: i bambini prendendo parte a un gioco di finzione hanno la possibilità di esprimere sentimenti, problemi e paure in un ambiente controllato e protetto.

La simulazione, infatti, consente loro di mettersi alla prova senza correre rischi, protetti dall’alone di finzione che circonda il gioco. Essa può diventare un potente strumento per affrontare situazioni spiacevoli, conflittuali o ansiogene: fingere di litigare con un compagno o di dire alla mamma che si è combinato un pasticcio aiuta a sperimentare l’effetto che fa. 

Giocare al dottore-paziente, fingere una vaccinazione prima di effettuarla veramente aiuta ad affrontare con maggiore tranquillità la situazione reale. Giocare “al lavoro”, “alla spesa” o “al genitore” permette di riprodurre situazioni e comportamenti del mondo degli adulti e quindi di interpretarli.

Questi sono i motivi per cui travestirsi, non solo a Carnevale, è un ottimo passatempo!

L’angolo dei travestimenti

Nelle scuole dell’infanzia e nei nidi non manca mai un angolo dedicato a questo gioco (fatta eccezione per questi ultimi anni, causa restrizioni dovute alla pandemia) ricco di elementi scenografici che lo rendono ancora più divertente e coinvolgente.

L’angolo dei travestimenti è anche un ottimo espediente per allenare l’autonomia nel vestirsi/svestirsi.

Organizzarne uno nell’ambiente domestico è semplice e poco dispendioso, non è necessario acquistare costosi costumi, probabilmente avete tutto ciò che vi occorre già in casa!

Cosa vi serve:

– Una scatola o una grande valigia;

– Uno specchio (possibilmente infrangibile e fissato a muro)

– Vestiti ed accessori che non utilizzate più (borse, scarpe, magliette, foulard, cerchietti, cappelli, shopper ecc.)

Posizionate la scatola vicino allo specchio, in modo che il bambino possa osservarsi mentre si traveste e lasciatelo libero di sperimentare diverse versioni di sé… divertimento assicurato!

Fonti: “Relazioni educative e apprendimento” Michele Capurso, Edizioni Erickson; “Psicologia dello sviluppo: infanzia, adolescenza, età adulta, età senile” Renzo Vianello, Edizioni Junior. 

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Gaia Giambellini

Sono un’insegnante di scuola dell’infanzia, laureata in Scienze della Formazione Primaria. Ho cominciato a lavorare nella scuola statale prima come supplente, esperienza che mi ha permesso di confrontarmi e conoscere numerosissime realtà, poi come insegnante di ruolo. Nel 2017 ho conseguito un diploma di specializzazione nel metodo Montessori con la FMI e da quel momento non ho mai smesso di studiare e interessarmi al metodo. Il mio grande desiderio è portare “un po’ di Montessori” nelle scuole tradizionali, così che tutti i bambini e le bambine ne possano godere.

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