Come organizzare lo spazio in casa per accogliere il neonato?

Il percorso che accompagna i futuri genitori verso la nuova famiglia è ricco di cambiamenti, novità e punti interrogativi.

Vi è l’aspetto medico-sanitario che racconta alla futura mamma e al futuro papà la crescita e lo sviluppo del bambino.

Poi c’è l’aspetto relazionale in cui entrambi i genitori scoprono una nuova relazione d’amore con il nascituro attraverso l’ascolto e i suoi primi movimenti (calcetti, sensazioni..).

Infine vi è l’aspetto organizzativo che porta a riflettere sul futuro, sulla gestione della quotidianità e sullo spazio in casa: dove accogliere il neonato? Quale spazio dedicargli? Come organizzare il suo ambiente?

Al fine di realizzare un ambiente che risponda alle reali esigenze del bambino fin dai primi giorni di vita è importante conoscere il bambino, le sue fasi di sviluppo e i suoi bisogni.

Il neonato che incontra per la prima volta la figura materna ha necessità di costruire una relazione d’amore, di fiducia e d’aiuto con lei attraverso il tatto, l’odore, le parole e i momenti di cura (nutrizione, cambio, sonno).

Al fine di rispettare questi momenti di relazione e di cura, l’ambiente in casa può essere pensato ed organizzato per accogliere il neonato, la madre e il padre e garantire rispetto dei tempi e dello sviluppo del bambino.

Inizialmente è necessario rivolgere l’attenzione a pochi ed essenziali elementi:
– uno spazio dedicato all’allattamento, confortevole sia per il neonato, sia per la mamma;
– uno spazio dedicato al cambio, in cui l’adulto possa avere a disposizione tutto l’occorrente necessario ed evitare l’allontanamento dal fasciatoio. Qui il bambino riceverà parole semplici e chiare che raccontano gesti e movimenti di cura rivolti sul suo corpo;
– uno spazio dedicato al sonno che accoglie il neonato e favorisce il rilassamento;
– uno spazio dedicato all’attività.

Nelle prime settimane di vita, quest’ultimo spazio può essere composto da 3 elementi: un tappeto, uno specchio, un mobiles.

Il tappeto accoglie il bambino durante i primi momenti di attività e favorisce il suo sviluppo motorio. A tal fine è importante scegliere un tappetto con colori tenui e poche rappresentazioni grafiche, composto da materiali sicuri, a norma e un adeguato spessore.

Ciò aiuta il neonato a compiere i suoi primi movimenti in libertà: strisciare, rotolare, gattonare. Sono azioni che conducono al camminamento e che il bambino compie in autonomia attraverso la scoperta della conoscenza del suo corpo.

Lo specchio, situato a fianco del tappeto, consente al bambino di sviluppare il senso visivo, di osservare sé stesso e i propri movimenti, di acquisire conoscenza del proprio corpo.

I mobiles sono i primi oggetti appesi che possono essere offerti al neonato secondo una sequenza di forme, colori e gradazioni. Essi sono posti a una distanza visiva di circa 20-25 cm di altezza dal bambino.

Il primo mobile da presentare al bambino è il mobile di Munari (dalle prime tre settimane di vita) composto da forme in bianco e nero che ruotano lentamente.

A partire dalle sei settimane è possibile presentare il mobile degli ottaedri, formato da tre elementi corrispondenti ai tre colori primari.

Successivamente, tra i 2 e i 4 mesi, il bambino osserva il mobile di Gobbi, il quale propone cinque sfere in gradazione di colore.

Infine, a partire dai 3-4 mesi, il mobile dei ballerini sviluppa attenzione e concentrazione grazie ai suoi movimenti.

Questi elementi compongono l’ambiente del neonato nelle prime settimane di vita. Lo spazio del bambino però è in continua evoluzione, in risposta al suo sviluppo cognitivo, motorio e relazionale.

Ogni modifica e cambiamento nell’ambiente si basa sull’osservazione che guida l’adulto e gli permette di creare uno spazio che risponde ai reali bisogni del neonato e del bambino.

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Monica Garatti

Sono una pedagogista ed educatrice Montessori specializzata per la fascia 0-6 anni presso l’Opera Nazionale Montessori e la Fondazione Montessori Italia. Mi sono avvicinata all’approccio Montessori durante la stesura della mia tesi di laurea magistrale e da quel momento l’interesse e il desiderio di approfondire l’educazione montessoriana mi ha sempre accompagnato: con il tempo mi sono avvicinata a realtà educative per la prima infanzia, mi sono arricchita grazie a nuovi bagagli formativi e ho sempre lasciato viva la curiosità e i nuovi punti di domanda.

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